TECNICHE DI CHIRURGIA MICROINVASIVA DEI TURBINATI MESSI A CONFRONTO Parte 1
IL PRESENTE ARTCOLO SI BASA SULLE MIE ESPERIENZE SOGGETTIVE DI 20 ANNI DI CHIRURGIA MINI INVASIVA ESEGUITA CON VARIE TECNICHE.
La mia valutazione viene espressa in una scala da + (tecnica meno efficace) a +++++ (tecnica più efficace)
DECONGESTIONE SOTTOMUCOSA CON LASER A DIODI
(VALUTAZIONE +++++)
Cosa Significa? Svuotamento funzionale dei turbinati, devascolarizzazione della sottomucosa dei turbinati.
Per questa specifica tecnica chirurgica dei turbinati si utilizza un laser a contatto veicolato con fibre ottiche (chiamato 'laser a diodi').
La radiazione luminosa emessa dal laser interagisce in modo molto particolare con i tessuti del nostro corpo. L'energia è assorbita dai tessuti e causa una vaporizzazione dell'acqua intra ed extra cellulare con riduzione del volume dei turbinati ed una coagulazione dei vasi sanguigni.
Il laser può essere utilizzato anche in pazienti portatori di pace-maker, poiché il corpo del paziente non viene attraversato da correnti elettriche ed anche in pazienti "scoagulati" poiché il laser, mentre "svuota" i turbinati, "coagula" immediatamente i vasi sanguigni.
In base alla nostra esperienza possiamo sostenere che la questa Tecnica Laser sia decisamente vantaggiosa rispetto ad altre perchè:
L'intervento si esegue in anestesia locale di contatto (senza iniezioni all'interno delle fosse nasali).
La procedura dura 15-20 minuti circa ed è assolutamente indolore anche grazie alla sedazione eseguita dall'anestesista (farmaco rilassante che si somministra endovena).
Non si usano i tamponi nasali.
Il laser "svuota il turbinato" senza danni alla mucosa. Le funzioni dei turbinati si conservano integralmente.
Il laser si può usare in tutti i casi anche in quelli “a rischio”.
Si possono trattare agevolmente patologie associate come speroni, creste anteriori del setto nasale e polipi nasali di piccole dimensioni limitati alle fosse nasali.
L’efficacia è buona e stabile nel tempo, le complicanze sono quasi nulle.
L'incidenza delle recidive è trascurabile (1% a 5 anni).
RADIOFREQUENZA - COBLATOR
(VALUTAZIONE ++++)
Nella Decongestione con Radiofrequenza COBLATOR si isfrutta un processo controllato che utilizza l’energia della radiofrequenza non per creare calore, bensì per eccitare (ionizzare) gli elettroliti presenti in una soluzione conduttiva, come la soluzione salina, creando un campo di plasma focalizzato in un punto ben preciso (target).
Le particelle ionizzate hanno sufficiente energia per rompere i legami delle molecole tissutali, causando una dissoluzione dei tessuti ad una temperatura particolarmente contenuta (tra i 40° e i 70°C). Gli effetti del riscaldamento (edema, iperemia e necrosi tessutale) sono ridotti.
La tecnica di Decongestione con Radiofrequenza COBLATOR si esegue in anestesia locale di contatto. Con i nuovi apparecchi non è in genere necessario utilizzare il tamponamento nasale.
I vantaggi sono rappresentati dalle temperature utilizzate che sono oggi molto più basse rispetto ai vecchi apparecchi di radiofrequenza.
Gli svantaggi sono il fatto che non si può utilizzare questa tecnica nei soggetti portatori di pace-maker, che lo strumento non può essere usato come un "bisturi" e quindi non si possono eseguire modifiche del setto nasale e che l'apparecchio va sempre usato in endoscopia (e non sempre nelle sale operatorie si ha a disposizione una colonna endoscopica).
RISONANZA QUANTICA MOLECOLARE
(NOSTRA VALUTAZIONE +++)
In questa tecnica viene utilizzato uno strumento morfologicamente simile al coblator.
Nella Risonanza Quantica Molecolare si utilizza un manipolo dedicato che crea la decongestione dei turbinati mediante l’applicazione a contatto per via sottomucosa di “quanti di energia” (la tecnica deriva dalle applicazioni della fisica quantistica).
Si utilizza quindi non un solo tipo di radiofrequenza ma un pool di onde in base alle caratteristiche del tessuto. Si esegue in anestesia locale di contatto, il tamponamento nasale viene, di norma, evitato.
In base alla nostra esperienza, non abbiamo riscontrato vantaggi particolari rispetto al coblator e possiamo affermare che i vantaggi sono rappresentati dalle temperature di utilizzo che sono oggi molto più basse rispetto ai vecchi apparecchi di radiofrequenza.
Gli svantaggi sono il fatto che, analogamente al coblator, non si può utilizzare questa tecnica nei soggetti portatori di pace-maker, che lo strumento non può essere usato come un "bisturi" e quindi non si possono eseguire modifiche del setto nasale e che l'apparecchio va sempre usato in endoscopia (e non sempre nelle sale operatorie si ha a disposizione una colonna endoscopica).
Un altro svantaggio per il paziente è la difficile reperibilità della metodica.
E' doveroso affermare tuttavia che la nostra esperienza personale, trattandosi della tecnica più recentemente proposta, è positiva, ma ancora limitata soprattutto per quanto concerne il giudizio sulla stabilità nel tempo e sugli esiti.
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